giovedì 4 settembre 2008

Premiata pasticceria Bellavista

Campagna. Tra le note del ferragosto campagnese l’ immancabile appuntamento col teatro nostrano non ha deluso. Successo di pubblico per lo spettacolo “Premiata Pasticceria Bellavista”, commedia in due atti di Vincenzo Salemme, presentata dal “Laboratorio Fondodissestato”, gruppo di giovane formazione, sia per la recente costituzione, sia per la presenza di fresche leve, assolutamente non prive di esperienza. In scena: Francesco Luongo, Emiliano Piemonte, Valeria Piemonte, Lina Rio, Marcella Panico, Carmine Polisciano, Massimo Raele, Giusy Nigro, Gerardo Antoniello, Armando Iannece. La regia è del giovane attore 27enne Francesco Luongo: “Non è stato facile arrivare alla messinscena: lo spettacolo in questione, come tutti gli spettacoli di Salemme, necessitano dell’ autorizzazione diretta dell’ autore; noi, con la nostra caparbietà, l’ abbiamo ottenuta e abbiamo fatto del nostro meglio per essere all’ altezza del caso. Ci tengo a precisare che lo scopo del lavoro è stato unicamente quello del divertimento, nostro e del pubblico, e che tutto ciò che abbiamo materialmente costruito, dalla scenografia ai costumi, è stato fatto con le nostre personali risorse. Ringrazio in particolare Gabriella Granito ed Alessio Lardo per la scenografia, Ivan De Chiara e Paolo Antoniello per l’ audio e le luci, e in generale dico grazie a tutto il gruppo per l’ immensa passione che ha dimostrato.” Una comicità a tratti malinconica e riflessiva, quella di Salemme, che il gruppo ha saputo sapientemente ricreare alternando note di energica fisicità a momenti di velata nostalgia; momenti che hanno conquistato letteralmente il pubblico inducendolo ad una riflessione profonda sull’ utilitarismo delle azioni umane e sulla falsità dei rapporti personali. Scelta decisamente gioiosa invece quella della scenografia, costellata di colore: oltre agli oggetti essenziali e necessari, lo spazio scenico è divenuto un ensamble di macchie di colore, veri e propri schizzi d’ autore, resa icastica di quello che dovrebbe essere il vero spirito del teatro, del teatro napoletano nella fattispecie, impeccabile ma pur sempre votato al divertimento.